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10 Dic 2022

Wedding planner: la parola a Irene Baselli, appassionata di sostenibilità

In copertina: Irene Baselli in una foto di Morlotti Studio

Il futuro dei matrimoni è sempre più eco-friendly.

Sono sempre di più le coppie che hanno a cuore il bene della natura e progettano matrimoni il più possibile ecosostenibili. In ogni occasione della nostra vita diventa infatti cruciale volere bene all’ambiente, a partire dalle piccole cose.

Abbiamo incontrato Irene Baselli, classe 1990, Events & Wedding Creator, organizzatrice seriale e incurabile viaggiatrice. Una wedding planner speciale che ha messo la sostenibilità al centro della sua brand experience.

Infatti, fondendo il lungo background nell’hospitality e le sue esperienze vissute in giro per il mondo all’amore per l’arte e la natura, a cui si ispira, Irene crea eventi e matrimoni che possano dar forma a ricordi unici e indelebili, il tutto rigorosamente nel totale rispetto per l’ambiente. Ciò che caratterizza i suoi eventi, è infatti l’occhio di riguardo all’impatto ambientale e ai valori della sostenibilità.

Irene Baselli Events Creator è un viaggio fatto di mille viaggi, un sogno fatto di mille sogni. Una piccola realtà che si impegna a creare eventi seguendo il ritmo delle stagioni. Al centro la consapevolezza che creare bellezza nel rispetto della natura e delle persone, non è solo possibile, ma anche necessario.

Ciao Irene. Innanzitutto, grazie per la tua disponibilità!

Iniziamo dalla prima domanda: come nasce il tuo progetto attento all’ambiente?

Raggiungere la vera sostenibilità all’interno di un evento è difficile, basti pensare all’utilizzo dei fiori recisi, all’impatto di impianti audio e luci, e di altri elementi fondamentali per la realizzazione di un evento. Ciò di cui mi preoccupo, è però che ogni scelta venga fatta nel modo più consapevole e gentile possibile. Tanto più accresce la mia consapevolezza, tanto più la ricerca di soluzioni rispettose verso l’ambiente e le persone diviene profonda. Studiare, ricercare e condividere idee sul tema, è un percorso e rafforza l’idea che il mondo degli eventi possa fare tanto ed evitare molto, partendo anche solo da piccoli accorgimenti.

Il mondo degli eventi può fare tanto. Cos’è per te la sostenibilità negli eventi?

Parlare di sostenibilità nel mondo degli eventi è delicato e complesso, non è questione di tendenze, non è una palette verde e marrone, o una piantina utilizzata come segnaposto a definire un evento sostenibile.
Un evento per essere sostenibile deve essere per definizione, “ideato, pianificato e realizzato in modo da minimizzare l’impatto negativo sull’ambiente e da lasciare un’eredità positiva alla comunità che lo ospita”.

Non si parla più, quindi solamente di sostenibilità ecologica, ma anche di sostenibilità sociale ed economica, per lasciare alle prossime generazioni una qualità di vita migliore.

Come ti sei avvicinata al tema della sostenibilità?

Un tempo, nonostante l’amore per la natura, ignoravo l’argomento.

Di viaggio in viaggio ho iniziato a pormi le prime domande, in particolare con il mio trasferimento a New York, città in cui mi sono trovata faccia a faccia con l’eccessivo consumismo e con gli sprechi.

Tornata in Italia, ho lavorato diversi anni in una location attenta, dove ogni attività ed evento ruotavano intorno al prodotto a km zero, al contenimento degli sprechi, al riciclo, all’utilizzo di materiali eco e alla divulgazione di questi temi partendo dai più piccoli. Tanto più mi addentravo in questi temi, tanto più cresceva la mia consapevolezza e la conseguente esigenza di cambiare stile di vita.

Figlia di una vita frenetica basata sulla performance e su ritmi, che di sostenibile avevano ben poco, con l’apertura della mia attività, ho avuto modo di osservare tutto ciò che non era sostenibile, decidendo di trasformarlo in qualcosa di più funzionale e sano.

sostenibilità
Ph Orpheus Team

Andando sempre più nel concreto: come applichi la sostenibilità nel lavoro?

Innanzitutto, lavoro parecchio online, la carta è ridotta ai minimi termini e il mio sito è un sito web net zero ovvero le emissioni di co2 che genera, vengono calcolate e compensate piantando gli alberi necessari alla compensazione nella “Foresta di Irene”, una foresta su piattaforma che alimenta alcuni progetti di riforestazioni controllati e riconosciuti in diverse parti del mondo. Per ogni cliente oppure iscritto alla newsletter sono solita piantare un albero come ringraziamento!

Inoltre, utilizzo un metodo che definisco slow planning, rigoroso e volto ad umanizzare il più possibile la pianificazione, per renderla più efficace, mirata, e meno stressante possibile per clienti e collaboratori. Grazie a questo metodo, gli spostamenti sono ridotti, i ritmi sereni e i risultati più efficaci.

Presto attenzione, quanto più possibile e dove possibile, ai materiali impiegati, per esempio palloncini in lattice naturale, fedi etiche, tessuti naturali. Sto attenta anche alla loro provenienza, agli sprechi e al corretto smaltimento dei rifiuti. Ricerco e cerco di collaborare con fornitori che sposano gli stessi principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Cerco di dare, dove e quando si può, una seconda vita ad alcuni elementi dell’evento che andrebbero buttati, per esempio ai fiori. Come? Dal classico flower bar alle wedding sculpture, ovvero i fiori dell’allestimento vengono, nel primo caso donati in piccoli mazzolini agli invitati, nel secondo, fatti seccare e assemblati in modo da farli diventare vere e proprie sculture, elementi di design per la propria casa.

Non solo, prediligo la scelta di aziende e prodotti locali. Cerco di coinvolgere quanto più possibile realtà locali che si impegnano nel sociale. L’esempio più comune e frequente sono le bomboniere solidali.

Complimenti Irene! Che bello sentire tutta questa dedizione.

Provando a riassumere: quali sono per te i punti chiave da cui partire per lavorare a un matrimonio sostenibile?

  • Attenzione ai materiali impiegati e alla loro provenienza
  • Attenzione agli sprechi, anche energetici
  • Collaborazione con aziende locali e valorizzazione del territorio
  • Attenzione all’impatto del nostro evento e al corretto smaltimento dei rifiuti
  • Tener presente delle condizioni di lavoro di tutti gli operatori che interagiscono nel nostro evento
  • Dare una seconda vita per quanto possibile a ciò che verrebbe buttato
  • Lasciare che il nostro evento non sia fine a sé stesso ma possa alimentare o far conoscere progetti sociali

Quali sono invece le false credenze sul matrimonio sostenibile?

In molti credo che realizzare un matrimonio o evento sostenibile sia economico, facile, e soprattutto riconducono il tutto a una moda.

Come sono i clienti nei confronti di questo tema. L’interesse delle coppie ti sembra in crescita durante gli anni?

L’interesse c’è e con grande piacere è in crescita!

Tante soluzioni e proposte vengono ben accettate dai miei clienti, e vissute come un’esperienza e uno spunto di cambiamento. Altre, spesso vengono capite, ma non portate avanti per questione di costi e priorità. Va bene lo stesso, perchè lasciare un seme sull’argomento porterà sicuramente i suoi frutti in futuro, è proprio questo che voglio dire con i miei biglietti da visita in carta piantabile: “se mi butti via, crescerà comunque qualcosa”.

Interessante! Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci?

Lo scorso anno sono stata contattata da una coppia di sposi, solo durante il primo incontro conoscitivo hanno scoperto del mio interesse verso la sostenibilità, che hanno ben accolto e approfondito. Dopo il matrimonio, all’interno della loro azienda hanno eliminato completamente l’uso della plastica! Non solo, hanno anche creato per i dipendenti buoni pasto in collaborazione con aziende agricole del territorio e introdotto la sostenibilità come uno degli obiettivi per il prossimo anno. Pazzesco, no?

Ciò che mi piace di più è che ormai sono i miei clienti a scovare realtà e soluzioni alternative e spesso, anche finito il percorso, mi condividono articoli e link sul tema: è diventato un bellissimo scambio!

Come ti tieni aggiornata sul tema? 

Leggo riviste, libri, faccio tanta formazione e ricerca, cerco di osservare, imparare e prendere esempio da chi ne sa di più! Ad esempio, lo scorso inverno mi sono unita alla rete slow flowers, associazione che promuove l’utilizzo del fiore etico non trattato, che mette in evidenza i benefici dell’agricoltura floreale locale e stagionale, favorendo una produzione florovivaistica a filiera corta, biologica che rispetti ritmi stagionali e di impollinazione.

Attraverso la rete ho conosciuto, coltivatori, flower designer e organizzatori, che come me credono che il cambiamento non possa e non debba essere radicale, ma avvenire a piccoli passi, partendo dalla divulgazione e da piccoli sani accorgimenti!

Grazie ancora Irene, davvero interessante e in bocca al lupo per questo percorso stimolante e interessante che hai intrapreso.

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https://www.irenebaselli.com/

michelapeletti